Da Luigi M. Reale, che ringraziamo, riceviamo un suo testo pubblicato in Terra di Maestri: artisti umbri del Novecento - II. 1923-1945, catalogo della mostra di Spello, Villa Fidelia, 19 luglio - 9 novembre 2003, a cura di Antonio Carlo Ponti e Fedora Boco, Perugia, EFFE Fabrizio Fabbri, 2003, pp. 58-59.

Luigi M. Reale, "La tramontana a Porta Sole": il messaggio di Walter Binni

La "voce pazza e terribile della tramontana", che "nasce da Porta Sole, il luogo di più intensa offerta del paesaggio"[1] perugino, risuona fin dall'adolescenza nelle orecchie di Walter Binni (nato a Perugia il 4 maggio 1913) e si afferma nei suoi precordi come uno dei più autentici valori spirituali: "Perugia, la città dei miei ricordi e dei miei affetti più profondi […], il luogo ideale della mia vicenda di uomo e di scrittore".[2]

Dalla natura stessa del capoluogo, battuto dall'implacabile tramontana e dal "vento del lago" (che ne determinano il clima "duro e intransigente"), caratterizzato dalla severa imponenza della sua struttura di pietra, etrusca e medievale, nel "suo accordo di costruzione e paesaggio", deriva a Binni "una prima educazione naturale" all'"intensità",[3] che assurge a paradigma di condotta morale e di visione del mondo.[4]

Non stupisce allora, ripercorrendone la bibliografia,[5] incontrare fra i primissimi titoli brevi articoli e recensioni frutto di una collaborazione (1932-33) alle prime due annate della rivista "Corsica antica e moderna"; in particolare, l'articolo Coerenza di Pasquale Paoli, richiama, in anni di buio regime, le istanze libertarie del patriota corso (1725-1807, morto in esilio a Londra), che fu a capo del movimento per l'indipendenza dell'isola. Una rivendicazione che, nell'animo del giovane studioso, poteva così vibratamente concordare con quella di Perugia, che si era liberata negli anni gloriosi del suo risorgimento dal dominio pontificio e che allora avrebbe dovuto tenacemente lottare per uscire dall'aura mistificante entro cui il fascismo l'aveva avvolta.

L'esordio critico ufficiale di Binni avviene nel 1936, con la pubblicazione della tesi di laurea La poetica del decadentismo (Scuola Normale Superiore, Pisa), ideata e iniziata a Perugia durante le vacanze universitarie;[6] nello stesso anno lavora su Leopardi (con il saggio Linea e momenti della lirica leopardiana), a cui dedicherà un innovativo contributo nel volume La nuova poetica leopardiana (1947), fino al saggio Leopardi poeta delle generose illusioni e dell'eroica persuasione, che introduce l'edizione da lui curata di Tutte le opere leopardiane (1969), passando attraverso le Lezioni leopardiane del triennio 1964-67 (pubblicate nel 1994), quindi i due volumi La protesta di Leopardi (1973) e la Lettura delle Operette morali (1987), culminando nel discorso-lezione sulla Ginestra (1987). Un Leopardi del quale Binni rivaluterà la dimensione "eroica", fino ad allora quasi inaudita nella critica sul recanatese, secondo un'interpretazione che risale alla "vocazione" originaria del suo "gusto" critico: "vocazione all'intensità forse più che alla bellezza, o meglio, ad una forza che possa farsi equilibrio e misura, e con ciò bellezza, più per una sua intensificazione totale che non per una depurazione e uno smussamento. A questa istintiva, irresistibile preferenza mi piace far corrispondere le sollecitazioni più profonde della mia città reale ed ideale…".[7]

Da quella perugina 'tensione' etica discende anche il suo interesse per le più magnanime figure letterarie del Sette/Ottocento italiano, dall'Alfieri al Foscolo, interesse costantemente coltivato, da Vita interiore dell'Alfieri (1942) ai Saggi alfieriani (1969) a Ugo Foscolo. Storia e poesia (1982); ma anche per un Cinquecento non conformista, in personaggi d'eccezione, come Michelangelo scrittore (1965) e Ludovico Ariosto. Una ricerca che si riassume, nel suo fondamento metodologico, nel volume Poetica, critica e storia letteraria del 1963;[8] e non a caso nella ristampa ampliata di quest'ultimo,[9] la sezione conclusiva ("Elementi di una poetica personale") si apre proprio con la riproduzione di quello scritto autobiografico perugino, La tramontana a Porta Sole, nel quale viene dichiarata la matrice psicologica della sua elaborazione critica.

Separatosi definitivamente da Perugia nel 1947, per insegnare nell'Università di Genova (poi a Firenze, quindi a Roma), Binni vi ha fatto ritorno cinquant'anni dopo, nel 1997, come desiderava, per riposare nel Civico Cimitero, ma anche per rivivere nella sua Biblioteca e nell'Archivio, donati alla Regione dell'Umbria, che costituiscono il "Fondo Walter Binni" presso la Biblioteca "Augusta" del Comune di Perugia, a Porta Sole; dove ancora soffia e sempre soffierà, per noi adesso grazie a lui ancora più energica e vitale, la sua tramontana.[10]


NOTE

[1] Walter Binni, articolo senza titolo pubblicato sotto lo pseudonimo Dionisio sulla rivista romana "Primato", n. 21, novembre 1942.
[2] W. Binni, Autoritratto 1960, in Ritratti su misura di scrittori italiani: notizie biografiche, confessioni di poeti, narratori, critici, a cura di Elio Filippo Accrocca, Sodalizio del Libro, Venezia 1960; riprodotto in Id., La tramontana a Porta Sole: scritti perugini e umbri, suppl. al num. 27 dei Quaderni della Regione dell'Umbria (Serie "Studi storici", num. 4), Perugia 1984, pp. 21-23. La nuova ed., Guerra Edizioni, Perugia 2001 ("Quaderni storici del Comune di Perugia"), include anche un testo inedito (scritto nel periodo 1982-1997) complementare a quello eponimo, Perugia nella mia vita. Quasi un racconto (pp. 183-192) e la riproduzione (pp. 31-34), con il titolo La voce della tramontana, dell'articolo cit. alla nota precedente.
[3] Id., Perugia: la tramontana a Porta Sole, in Tuttitalia, Sansoni-Sadea, Firenze 1964; riprodotto in Id., La tramontana a Porta Sole cit., ed. 1984, pp. 11-17.
[4] Si leggano anche le riflessioni di Raffaele Rossi, Psicologia di una città, in apertura alla Storia illustrata delle città dell'Umbria: Perugia, a cura dello stesso Rossi, Elio Sellino ed., Milano 1993, pp. 1-16, in partic. a p. 8: "gli elementi naturali contano molto nella psicologia dei perugini come contavano per gli antichi fondatori o per quei rifondatori medievali che rapportavano l'irregolare e sinuoso sistema viario al vento e al sole".
[5] Per la cronologia delle opere, seguo la Bibliografia degli scritti di W. Binni, a cura di Chiara Biagioli, Le Lettere, Firenze 2002 ("Quaderni della "Rassegna di letteratura italiana"", 1), riproposta, con alcune modifiche e correzioni, in edizione elettronica (PDF), nel sito del Fondo Binni cit. più avanti.
[6] Lo ricorda nello scritto autobiografico Perugia nella mia vita cit.
[7] Id., La tramontana a Porta Sole cit., ed. 1984, p. 11.
[8] Prima edizione Laterza, Bari 1963.
[9] Poetica, critica e storia letteraria e altri scritti di metodologia, Le Lettere, Firenze 1993.
[10] Il Fondo è dotato di un importante sito internet, , curato dal figlio Lanfranco.