da Linea e momenti della lirica leopardiana (1934)

In questo saggio pubblicato nel volume miscellaneo AA.VV.,Sviluppi delle celebrazioni marchigiane. Uomini insigni delmaceratese, Affede, Macerata 1936, Binni propone i contenuti diuna tesina universitaria discussa a Pisa con Attilio Momiglianonel 1934; è il nucleo di una nuova interpretazione criticadella poetica e della poesia di Leopardi che troverà undecisivo sviluppo nel volume del 1947 La nuova poeticaleopardiana. Il brano che segue è tratto dalle primepagine del saggio.

(...) Il modo migliore per entrare nella linea di questo sviluppoideale della poesia leopardiana, per sentirlo drammaticamente enon nel movimento naturalistico di un accrescimento organico,è senza dubbio tentare di avvicinarsi al nucleo del poeta,di individuare la sua tendenza spirituale, di fissare il suostrato intimo da cui fiorisce la sua esigenza poetica. Etroveremo che al di là di ogni sovrastruttura culturale,di ogni limite di bruto temperamento, di ogni cristallizzatasintesi di vivente e di vita vissuta, c'è nel Leopardi unnucleo che possiamo dire di sostanziale romanticismo.L'affermazione sembrerà riportare a sorpassate esigenzedella critica precrociana, mentre in effetti costituisce unanuova posizione che si dimostrerà feconda di risultaticoncreti durante lo svolgimento di questo saggio. Per oral'affermazione di un Leopardi romantico è posta su di unterreno psicologico o meglio, dato che la psicologia pare ormaicomprendere piuttosto i moti del temperamento, i torbididominî di una sorta di perispirito, su di un terrenolargamente spirituale, ma poi se ne trarrà partito proprioin sede estetica.
Che il Leopardi sia fondamentalmente romantico (intesoromanticismo non nel suo senso deteriore di squilibrio, ma anziin quel senso di aspirazione all'assoluto incondizionato, allalegge intima, all'affermazione della personalità comenecessaria ed universalizzantesi, che lo fa spiritualmenteimportantissimo) ce lo rivela ogni suo atteggiamento di spiritonon accomodante, disperatamente bisognoso di assoluto, sìda non trovare intorno a sé che relativo, che materiale;atteggiamento di un uomo fondamentalmente inquieto e riportantesempre in un grado più alto e comprensivo la propriapositiva, feconda scontentezza per la quale i fatti esterni nonsono che una riprova dell'insufficienza della realtà: ondela teoria delle dolci illusioni, lo scampo parziale e di ripiegonelle età eroiche ecc. E quindi una infelicità (seproprio si vuole adoperare questa parola che l'uso borghese hafatto triviale e melodrammatica) essenziale, non dipendente dacause esterne, dalle vicende, dai mali in modo deterministico (equesto è bene, per omaggio al Leopardi e allacentralità dello spirito, ripeterlo a chiare note fino adaprire le orecchie di chi lacrima sulla gobba del grande e non neintende l'intima forza formale e la virile affermazione di vita),una infelicità attiva, un pessimismo - come giustamenteosservò il De Sanctis nel suo bellissimo dialogo suLeopardi e Schopenhauer - positivo, carico di idealità.Insomma una posizione quale la possiamo trovare ben altrimentichiarita e sviluppata speculativamente nell'idealismo romantico,al cui contatto ci siamo domandati tante volte come il Leopardiavrebbe reagito.
Dando così al romanticismo un senso positivo e liberandoloda tutte le ipertrofie di sfogo e di squilibrio alla Werner,possiamo affermare che il Nostro fu proprio spiritualmente unromantico e forse il più grande, per la sua compattezza edaderenza espressiva, di tutti i poeti romantici.
Ed è questa sua peculiare qualità che cicondurrà a stabilire la novità della poesia deinuovi canti ed insieme il suo legame con quella idillica.Assisteremo infatti ad un progressivo romanticizzamento sempremeno apparente e sempre più sostanziale, che per noiculmina appunto nel tono evangelico personale, nelle forme ampie,slanciate della Ginestra.
Parallelamente a questo romanticizzarsi che è poi nientealtro che il cammino verso la maturità, verso l'acquistodella propria intera anima, circolano come motivi unificatori, unsuccessivo liberarsi dal temperamento più immediato primae poi dalla cultura, e soprattutto un tentativo romanticissimo diunificare in una sola espressione personale le proprieaspirazioni speculative con il mondo della poesia: bastiricordare come comprova storica e marginale, che anche altripoeti romantici, ad esempio, il Vigny, mirarono a questo tipo diespressione di alti bisogni filosofici e morali.
Sono tutti questi fili che, intesi largamente, non astrattamenteipostatizzandoli, offrono la guida migliore per un esamecomplessivo, non alessandrino né d'altra parte caotico,della poesia leopardiana.