Luciano Capuccelli, presentazione del carteggio Capitini-Binni, Lettere 1931-1968
Intervento di Luciano Capuccelli, presidente della Fondazione Aldo Capitini, il pomeriggio del 6 novembre presso l'Archivio di Stato di Perugia.

Un saluto al Comune di Perugia e alla Regione dell'Umbria che sono gli sponsor di questa giornata di studio dovuta a un maestro illustre negli studi letterari, a un cittadino appassionato nell'impegno politico e civile, a una figura eminente dell'antifascismo e della Repubblica. Un ringraziamento ai rappresentanti del Comitato promotore. Un saluto affettuoso e un ringraziamento a Elena Binni, che la Fondazione Capitini annovera nel Comitato onorario. La prima edizione de La Tramontana a Porta Sole nella dedica alla madre Celestina Agabiti Binni, Walter così presenta Elena "...la mia compagna, lucchese, che con me visse a Perugia fra il 39 e il 48, vi partorì i nostri due figli, svolse una fervida attività politica nell'epoca delle speranze antifasciste e socialiste e fu (mentre io ero deputato dell'Umbria all'Assemblea Costituente) consigliera del Comune di Perugia". Elena ha lavorato molto alle lettere di Binni a Capitini, contenute nel primo dei quattro volumi dell' epistolario capitiniano che sarà pubblicato nel corso del 2008 dall'editore romano Carocci. Un saluto e un ringraziamento a Lanfranco Binni, che ho conosciuto giovane studente proprio a casa di Capitini e che ha il merito di aver promosso la nuova edizione de La tramontana a Porta Sole e di coltivare nello smisurato cyberspazio di internet un bellissimo luogo, il sito web intitolato Fondo Walter Binni. Sono convinto, e a tutti salterà agli occhi quando potranno aver in mano i due libri, che La Tramontana a Porta Sole e l'Epistolario Capitini-Binni costituiscano l'articolazione di un medesimo discorso, la trama di un tessuto inconsutile: vi ritroviamo una sensibilità e un legame speciale con Perugia, l'amore per Leopardi che per Binni "divenne il maestro supremo della [sua] stessa prospettiva umana, morale, intellettuale e civile", un comune impegno pubblico e civile teso a trasformare lo stato delle cose esistenti.
Walter Binni parla di Perugia come la città dei suoi ricordi e dei suoi affetti profondi, quella dove ha iniziato gli incontri con gli autori più congeniali e con gli amici più sicuri (primo fra questi Aldo Capitini), con l'attività letteraria e con la passione politica, quella dove ha in gran parte scritto o pensato i suoi libri a partire dalla Poetica del decadentismo italiano (1936) [Cfr, Autoritratto 1960]. Perugia, dice Walter Binni, "rappresenta il richiamo alla mia più vera natura, così intrisa [...] di elementi che mi derivano dal suo stesso paesaggio scabro e montuoso, dalla sua struttura tettonica e architettonica impetuosa ed energica, dalla sua tradizione culturale, che nella mia lontana adolescenza e gioventù ritrovava ripresa nella fervida attività di una élite di giovani e giovanissimi (al centro la grande figura di Aldo Capitini), nella sua lotta antifascista (affiatata non populisticamente con tanti eroici popolani perugini) fino alla Resistenza e alle ardite speranze e illusioni del dopoguerra quando lavorai a lungo alla ricostruzione del partito socialista e rappresentai Perugia e l'Umbria all'Assemblea Costituente nel 46-48."
Ho avuto la fortuna, da giovane assessore provinciale nel 1975, di poter chiedere a Walter Binni un racconto di quella temperie e il suo scritto intitolato "L'antifascismo a Perugia prima della Resistenza" fu pubblicato nel fascicolo Antifascismo e Resistenza nella provincia di Perugia e quindi inserito nel volume "La tramontana a Porta Sole". In questo prezioso saggio egli ricostruisce con ricchezza di particolari il ricordo dei tanti protagonisti, le varie forme dell'antifascismo perugino, ma soprattutto ci mostra come l'alleanza tra intellettuali come Capitini e Apponi, ad esempio, con i popolani antifascisti fece per un periodo di Perugia il centro dell'antifascismo e, nel periodo del liberalsocialismo, anche un luogo capace di elaborare prospettive ideologiche e politiche di livello nazionale. Le vite di Aldo Capitini e di Walter Binni si intrecciano e si accompagnano fin quando l'amico più giovane ebbe il compito di pronunciare il 21 ottobre 1968 il discorso di estremo commiato al cimitero di Perugia davanti alla bara di Aldo e in mezzo a una grande folla di perugini. In quel discorso Walter Binni ci comunicò il turbamento della scomparsa di un uomo insigne e insieme di un mondo che con lui aveva assunto significati irripetibili:"[...] questi colli perugini, malinconici e sereni, in cui infinite volte lo incontrammo e che ora ci sembrano privati della loro bellezza intensa se da loro è cancellata la luce umana della sua figura e della sua parola". Al tempo stesso Walter Binni ribadiva il ruolo storico e la natura rivoluzionaria dell'opera del grande amico perugino: "Capitini fu un vero rivoluzionario, nel senso più profondo di questa grande parola: lo fu fin dalla sua strenua opposizione al fascismo, di fronte ad ogni negazione della libertà e della democrazia ( e ad ogni inganno esercitato nel nome formale e astratto di queste parole), lo fu di fronte ad ogni violenza sopraffattrice, in sede politica e religiosa, [...] Questo non dobbiamo dimenticare facendo di lui un sognatore ingenuo e innocuo, e sfuggendo così alle nostre stesse responsabilità più intere e rifugiandoci nel nostro cerchio individualistico o nelle nostre abitudini e convenzioni non soggette ad una continua critica e volontà rinnovatrice" (Estremo Commiato, in La tramontana a Porta Sole)

E poi scrisse quella memorabile epigrafe per la tomba di Capitini:

"LIBERO RELIGIOSO E RIVOLUZIONARIO NONVIOLENTO
PENSO' E ATTIVAMENTE PROMOSSE L'AVVENTO
DI UNA SOCIETA' SENZA OPPRESSI
E L'APERTURA DI UNA REALTA' LIBERATA E FRATERNA."

Nel secondo anniversario della morte di Aldo, nella commemorazione organizzata dalla Fondazione Capitini e dall'Amministrazione comunale Binni ci dà nuovi elementi di quel sodalizio straordinario: " Avevo 18 anni (egli ne aveva 32) quando lo conobbi nell'autunno del 1931[...] lo conobbi nel suo piccolo studio della torre campanaria municipale (quello che divenne poi il luogo di incontri di tanti uomini della cultura antifascista italiana e che si sarebbe dovuto lasciare intatto per il suo alto significato storico) e fui immediatamente preso dal fascino di quella grande personalità, così matura e vigorosa, aperta e rigorosa, così alta insieme così semplice e schietta: e fra quei suoi libri così intensamente e amorosamente annotati, il modestissimo agio del divanetto rosso, la nitidezza del suo tavolo di lavoro accuratamente ordinato, la finestra aperta sul paesaggio di Assisi, io respiravo un'aria nuova e alta fra accogliente e severa."

Da questa amicizia, dalle discussioni sulla poesia, sulla musica, sulla religione, sulla politica nacque e si sviluppò l'impegno di Walter Binni in quella complessa rete di rapporti clandestini antifascisti "di cui Capitini era il promotore più geniale e attivo". "La nostra Perugia così diventa un centro essenziale nella vita nazionale, cosa di cui i perugini non possono e non devono mai dimenticarsi nei confronti della loro gratitudine per Aldo Capitini".

Sempre nella stessa occasione Walter Binni fa un esplicito e ampio riferimento alle lettere scrittegli dal "carissimo, fraterno, indimenticabile amico" (oltre che a sua moglie e ai loro figli) nel periodo successivo alla sua definitiva partenza da Perugia. "Ed ecco, Perugia, la nostra Perugia, era sempre al centro dei suoi interessi e del suo amore. E quanti brani potrei citare in appoggio a questo motivo." Riflettendo su quelle lettere di Aldo, Walter Binni individua un motivo insistente e dominante, quello "della profonda disposizione e capacità d'amare di quel grande animo". E commenta "davvero non ho mai conosciuto un uomo che abbia così interamente realizzato l'alta esortazione di un grande spirito dell'800, Feurbach, "ama, ma ama sul serio", "ama le persone concrete con i loro stessi limiti", "Poiché si vive finché si ama".

Bastano questi accenni, queste citazioni spezzate, queste note tratte da una musica solenne e serena al tempo stesso, a convalidare la tesi del saluto che a nome della Fondazione Centro Studi "Aldo Capitini", porto a questa giornata di studio: che La tramontana a Porta Sole e l'Epistolario Capitini-Binni, sono due volumi complementari che rappresentano, oltre a un momento della storia degli intellettuali italiani, il punto altissimo di una grande amicizia che fa onore a Perugia e che Perugia fa bene a onorare e a non dimenticare mai.