Né un uomo né un soldo. Una cronaca del pacifismo italiano del Novecent

Riceviamo il volume di Antonella Marrone e Piero Sansonetti, Né un uomo né un soldo. Una cronaca del pacifismo italiano del Novecento, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2003. Dal capitolo dedicato ad Aldo Capitini riproduciamo un paragrafo (p. 92) dedicato al rapporto con Walter Binni.

(…) Alla Normale aveva conosciuto, tra gli altri, Guido Calogero e Walter Binni. Sono due amicizie molto importanti. E' Capitini, negli anni Trenta, a inventare la parola "liberal-socialista", che oggi è molto nota (e viene spesso usata per indicare linee politiche assai lontane da quella di Capitini), e con Binni e Calogero fonda il movimento liberal-socialista. Che è abbastanza distante, come posizioni ideali, dal socialismo liberale di Rosselli: più radicale in politica, ma caratterizzato dalla nonviolenza. Il gruppo di Rosselli vuole un socialismo moderato, con elementi liberisti. La critica e l'opposizione al comunismo parte da qui. Capitini invece vuole un socialismo integrale, che superi il comunismo portando in quel sistema politico la libertà come valore aggiunto. La sua parola d'ordine è: "massima libertà sul piano giuridico e culturale, massimo socialismo sul piano economico". Scriverà, nel '68: "Io critico, nel liberismo, la difesa dell'iniziativa privata capitalistica, e nel socialismo vittorioso critico la trasformazione in statalismo non aperto al controllo dal basso e alla libertà di informazione". Diciamo che Capitini non voleva fermarsi "prima" del comunismo, voleva andare oltre. (…)