Sandro Allegrini, Addio a Elena Binni, prima donna in Comune nella Perugia liberata, , «Il Messaggero», Perugia, 12 gennaio 2016.

Elena Benvenuti
È scomparsa, all’età di 103 anni, Elena Benvenuti, vedova del critico e politico perugino Walter Binni. Fino all’ultimo si era occupata della trascrizione delle carte del marito del quale era stata la più assidua collaboratrice, battendone a macchina i libri, correggendo le bozze, curandone la corrispondenza, partecipando alle sue relazioni politiche e letterarie.
Era nata a Lucca, il 16 settembre 1912. Studentessa universitaria a Pisa, presso la Facoltà di Lettere, conobbe Binni nel 1932 alle lezioni dell'italianista Attilio Momigliano. Dal 1933 iniziò questa profonda relazione d'amore con Walter, di cui sarebbe stata la compagna di tutta una vita. Si sposarono nel gennaio del 1939, stabilendosi a Perugia, dove Binni insegnava all'Università per Stranieri. Dopo la Liberazione, fu eletta per il Partito socialista nel primo consiglio comunale di Perugia, mentre Binni fu eletto deputato socialista all’Assemblea Costituente.
La coppia visse a Perugia dal 1939 al 1948, gli anni dell’antifascismo, della guerra, della Resistenza e della Costituente. Walter era già attivo, dal 1936, nelle reti nazionali della cospirazione antifascista, a fianco di Aldo Capitini. Elena e il marito furono sodali del filosofo della nonviolenza, del quale ammiravano il rigore intellettuale e morale.
Ci raccontava Elena: «Aldo fu per Walter un fratello maggiore, per me un grande amico, per i miei figli un maestro (del figlio Lanfranco è appena uscito un libro sul Capitini politico, ndr). Ripenso spesso all’entusiasmo con cui Walter ed io salivamo di corsa i 103 gradini che portavano allo studiolo di Capitini, nella torre campanaria del Palazzo dei Priori, per incontrarci con lui. Sono stati anni intensi, drammatici, entusiasmanti: di conflitto e di liberazione, di solidarietà e di speranza».
Nel 1948, conclusi i lavori della Costituente, Walter Binni vinse una cattedra all’Università di Genova. Da quel momento si sarebbe totalmente dedicato al suo lavoro di critico, storico della letteratura e docente universitario, mantenendo un attivo impegno politico di intellettuale della sinistra. Da Perugia, la famiglia si trasferì a Lucca, poi nel 1958 a Firenze, e infine (1964) a Roma, dove Walter concluse la sua attività universitaria.
Dopo la morte di Binni, nel 1997, Elena si era dedicata all’ordinamento del suo archivio. Ha continuato a lavorare “con lui”. La sua biblioteca di studioso (15.000 volumi) è stata donata, per sua volontà, alla Regione Umbria, per essere collocata nella Biblioteca comunale Augusta di Perugia, dove oggi si trova, finalmente catalogata. Il lavoro più impegnativo ha riguardato l’archivio, che oggi si trova in gran parte presso l’Archivio di Stato di Perugia: lettere (più di 14.000), fotografie, documenti.
E le opere di Binni? Anche su quelle il contributo di Elena è stato rilevante. È, infatti, in corso un’edizione delle Opere complete di cui si occupa il figlio minore Lanfranco con Il Ponte Editore. Sono già usciti nel 2014 «Leopardi», 3 voll., «Scritti novecenteschi», «Scritti politici», «La poetica del decadentismo», e nel 2015 «Ariosto», «Alfieri», 2 voll., e sono in stampa quattro volumi di «Scritti settecenteschi». Il piano editoriale prevede ventidue volumi entro la fine del 2017. Elena era soddisfatta del fatto che, oltre all’edizione su carta, le opere siano liberamente scaricabili da Internet, dalla sezione “Biblioteca” del sito www.fondowalterbinni.it. «Una soluzione che sarebbe piaciuta anche a Walter», affermava persuasa.
A proposito degli amici perugini Elena ricordava: «È indelebile il ricordo di tanti amici: Aldo Capitini, Bruno e Maria Enei, Ilvano e Marisa Rasimelli, Maria Schippa, Piera Brizzi, Alberto e Renata Apponi, Remo e Clara Mori... L'elenco sarebbe lunghissimo, di una straordinaria varietà umana ed esistenziale. Spesso rivedo i volti di tante umili donne di Via della Sposa (abitavamo in via Lorenzo Spirito Gualtieri), compagne comuniste e socialiste, straordinariamente umane e generose. In quegli anni sono nati i nostri due figli, Francesco e Lanfranco. Poi la vita ci ha portati altrove, ma il legame con Perugia è rimasto sempre fortissimo. Walter amava la sua città, la considerava all'origine della sua stessa “tensione” di critico, con la durezza sconvolgente della tramontana, la presenza della storia in ogni suo dettaglio, l'invito all'essenzialità».
Richiesta di stilare un bilancio dei suoi “primi” cento anni, Elena aveva dichiarato, in un’intervista dell’aprile 2015: «Continuo a considerare centrale il valore delle esperienze che abbiamo avuto la buona sorte di vivere. Auguro a tutti, con gratitudine, una vita essenziale e attenta alle persone. Da vivere “con semplicità”, come mi scrisse Aldo nella sua ultima lettera, e parlava della sua morte imminente. Diceva Bonhoeffer, il grande teologo tedesco assassinato dai nazisti, che niente è più miracoloso del sorriso di un bambino. E, come Walter continuamente ripeteva (con Feuerbach), si vive finché si ama».
Da alcuni anni, Elena Benvenuti viveva in Toscana, nella campagna lucchese, con il figlio Lanfranco e la nuora Tiziana. Nel 2012, ormai centenaria, ha trascritto le lettere di Binni a Luigi Russo, per la pubblicazione del Carteggio 1934-1961 tra i due grandi italianisti (Pisa, Edizioni della Scuola Normale Superiore, 2014). Si è spenta nel pomeriggio del 10 gennaio. Si terrà una funzione religiosa martedì alle 15.30, nella chiesa di Casaglia; poi la bara sarà trasferita nel cimitero monumentale di Perugia, dove Elena riposerà accanto al suo Walter.