Sandro Allegrini, Il lungo carteggio Binni-Capitini ("Corriere dell'Umbria", 7 novembre)
L'amicizia che lega il nostro giornale alla famiglia Binni – i figli Francesco e Lanfranco, la moglie Elena Benvenuti – ci pone nella condizione di poter disporre di notizie di prima mano intorno all'attività che il mondo culturale nazionale dedica al nome e alla memoria del grande critico perugino Walter Binni.
Dopo la divulgazione in esclusiva (avvenuta sul nostro settimanale "Vivere d'Umbria") dell'appunto inedito, trovato nella scatola che conteneva una parte delle lettere di Capitini, siamo oggi in grado di anticipare notizie inerenti la pubblicazione del carteggio Binni-Capitini, avendone in mano il secondo e definitivo impaginato, per gentile concessione dei curatori.
Si tratta di un volume di ben 192 pagine, intitolato "Lettere 1931-1968", edito dall'editore Carocci di Roma, sotto gli auspici del Fondo Centro Studi Aldo Capitini e dell'Archivio di Stato di Perugia. è il primo di una collana realizzata col sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, del Comune di Perugia e della Regione dell'Umbria.
Il Comitato scientifico è composto da Luciano Cappuccelli, Clara Cutini, Mario Martini, Serena Innamorati, Alberto de Sanctis, Angelo Di Carlo, Pietro Polito, Massimo Pomi, Ornella Pompeo Faracovi.
Il libro contiene una scelta delle 665 lettere di Capitini, indirizzate al critico, ma anche a sua moglie Elena e ai figli. In numero proporzionale al complesso di 492, compaiono quelle di Binni. Sono state ovviamente selezionate le più interessanti e utili al fine di delineare la singolare intersezione di interessi culturali, politici, filosofici, civili, religiosi (di una religiosità laica e anticonfessionale) che legarono indissolubilmente i due eminenti personaggi della nostra città.
I documenti pubblicati giacciono presso l'Archivio di Stato di Perugia: in fotocopia le lettere capitiniane, in originale quelle di Binni. Il volume – che ne contiene 228 in tutto – è a cura di Lanfranco Binni e di Lorella Giuliani, la giovane studiosa che si è fatta carico di trascrivere le missive del filosofo. Le lettere del critico sono state invece "decifrate" (è il caso di dirlo, in ragione di una grafia complessa e "tormentata") dalla moglie Elena Benvenuti, oggi lucidissima novantacinquenne e "stacanovista" indefessa, dedita alla gelosa salvaguardia del pensiero binniano.
Il carteggio abbraccia il periodo 1931-1968 (anno della morte del padre della nonviolenza) e i documenti sono tutti notevoli. Particolare interesse rivestono le lettere relative al periodo 1946-1948, quando Walter Binni era deputato all'Assemblea Costituente. Quelle del filosofo dei Cos sono datate, mentre – specialmente per questo periodo – quelle del critico non lo sono: da qui un faticoso lavoro di ricostruzione, effettuato dal figlio Lanfranco con l'aiuto di Maurizio Mori ed altri amici che costituiscono una preziosa e insostituibile memoria storica.
L'Introduzione (pp. 13-19) – che segue la Nota dei curatori – è di Mario Martini, acuto studioso dell'opera e del pensiero capitiniani, docente di Filosofia Morale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia del locale Ateneo. La prefazione ha il merito indiscutibile di una possibile lettura "stratificata", che consente un efficace avvicinamento al carteggio sia per il comune lettore che per lo specialista.
Una copia "pilota" del libro è stata presentata il 6 novembre, all'Archivio di Stato, nell'ambito della giornata Anteprima di Umbria Libri, organizzata in onore di Walter Binni, nel decennale della morte.