1931-1935 Frequenta la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Pisa e, nei corsi interni della Scuola Normale Superiore diretta da Giovanni Gentile le lezioni di Attilio Momigliano, Luigi Russo, Matteo Marangoni, Giuseppe Saitta, Giorgio Pasquali, Mario Casella e, presso la Facoltà di Scienze Politiche, Ugo Spirito. Nel 1934 discute una tesina sull'ultimo Leopardi, Linea e momenti della poesia leopardiana, con Attilio Momigliano. Nel 1935 discute la tesi sulla poetica del decadentismo con Luigi Russo; nell'estate frequenta un trimestre all'Università di Heidelberg. Fin dal 1931 è amico di Aldo Capitini, segretario della Normale, espulso nel 1931 per aver rifiutato la tessera del Partito Nazionale Fascista, di Claudio Baglietto, esule in Svizzera nel 1933 per antifascismo, di Carlo Ludovico Ragghianti, Claudio Varese, Giuseppe Dessì, Delio Cantimori e, più tardi, di Mario Manacorda, Aldo Borlenghi, Arsenio Frugoni, Tristano Bolelli, Aurelio Roncaglia. Fra i compagni di letteratura italiana, Marcello Turchi, Vittore Branca, Giovanni Getto. Dal 1934 inizia un'intensa attività di collaborazione a riviste letterarie e culturali: "Il Campano" di Pisa (particolarmente rivelatore del suo crescente impegno politico un saggio sulla Germania hitleriana e i rapporti con la tradizione culturale tedesca), "Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa", "La Nuova Italia" di Firenze. Dal 1933 fa parte del gruppo di giovani che a Perugia, intorno ad Aldo Capitini, sta sviluppando posizioni antifasciste.
 
1936 Dopo un periodo di perfezionamento alla Scuola Normale Superiore, durante il quale tiene un corso come supplente di Luigi Russo, vince una cattedra di italiano e storia negli Istituti Tecnici Superiori e frequenta la Scuola Allievi Ufficiali di Artiglieria a Moncalieri; a Torino conosce Leone Ginzburg e Cesare Pavese. Per volontà di Luigi Russo e di Giovanni Gentile, la sua tesi La poetica del decadentismo italiano (poi pubblicato successivamente con il semplice titolo La poetica del decadentismo anche per i numerosi raccordi comparatistici all'intero contesto europeo del fenomeno decadentistico) viene pubblicata dall'editore Sansoni di Firenze; eccezionale correttore delle bozze vuole essere Giorgio Pasquali. Il volume provoca un'ampia discussione sui maggiori giornali e fra i maggiori critici (Attilio Momigliano, Alfredo Gargiulo, Sergio Solmi, Gianfranco Contini, Enrico Falqui ecc.) e duri attacchi, per ragioni politiche, da parte di Camillo Pellizzi sulla rivista "Leonardo" e da parte di "Libro e Moschetto", organo nazionale dei GUF (Gruppi Universitari Fascisti). Inizia la collaborazione con la rivista "Letteratura". Partecipa alla creazione di un comitato antifascista a Perugia e, con Aldo Capitini e poi con Guido Calogero, alla fondazione dei gruppi liberalsocialisti, aderendo alla posizione di Capitini ("massima libertà sul piano giuridico e culturale e massimo socialismo sul piano economico"). Inizia un'intensa attività di collegamento tra gruppi antifascisti di varie città italiane. Inizia la collaborazione alla rivista "Leonardo".
 
1937 E' ufficiale a Osoppo e a Bolzano. Inizia la collaborazione alla rivista "Letteratura" di Firenze. In questo anno inizia a svolgere un'intensa attività di propagandista e organizzatore dell'antifascismo liberalsocialista, a Perugia, Pisa, Lucca, Torino, Vicenza, Pavia, Milano (dove incontrerà Benedetto Croce), Bolzano, Firenze, Roma. Per questa sua intensa attività, che si protrarrà fino alla Liberazione, sarà ricordato fra i più attivi "commessi viaggiatori della cospirazione" antifascista (G.De Luna, Storia del Partito d'Azione, Milano 1982). In questo stesso periodo Perugia diventa uno dei centri dell'antifascismo, soprattutto per la presenza di Capitini; a Perugia si incontrano rappresentanti di rilievo dell'antifascismo e del liberalsocialismo italiano: Ugo La Malfa, Cesare Luporini, Omodeo, De Ruggero, Banfi, Flora, Bobbio, Buonaiuti, Marchesi, Pepe, Fiore, Russo, Calamandrei, Pancrazi, Morra, Antoni, Fortini, Giaime Pintor, Lombardo Radice, Corsini e tanti altri.
 
1938 Insegna italiano e storia all'Istituto Tecnico "Bordoni" di Pavia; a Milano conosce Elio Vittorini, Giansiro Ferrata, Luciano Anceschi, Giulio Preti, Antonio Banfi, Ferruccio Parri, Francesco Flora. Muore il nonno paterno. Pubblica presso l'editore Vallecchi di Firenze un commento alle Odi del Parini.
 
1939 E' comandato all'Università per Stranieri di Perugia. Sposa Elena Benvenuti, di Lucca, conosciuta nel 1933 all'Università di Pisa; Elena discende da antiche famiglie aristocratiche di Lucca, i Bernardini, e di Volterra, i Sensi Contugi. Alla fine dell'anno muoiono la madre, Celestina Agabiti, e la nonna materna, Vincenza Barugi Vitelleschi; nasce il figlio Francesco.