Carteggio Walter Binni - Sebastiano Timpanaro

Maria Augusta Timpanaro, vedova di Sebastiano Timpanaro, sta ricomponendo l'archivio epistolare dello studioso, depositato - insieme alla biblioteca - presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Alla dr.ssa Timpanaro abbiamo consegnato copia delle lettere inviate da Timpanaro a Binni tra il 1963 e il 1995. Riproduciamo in parte, per vincoli di copyright, l'ultima lettera di Timpanaro.


Da una lettera di Sebastiano Timpanaro (3 marzo 1995)

Carissimo Binni,
ho ricevuto e letto d'un fiato le tue Lezioni leopardiane. Non esiterei a dire che questo è il punto più alto da te raggiunto come studioso e "seguace" del Leopardi; ed è il tuo libro leopardiano al quale io mi sento più vicino.
Riceverai tra poco (o forse avrai già ricevuto) un mio ultimo libro ottocentesco, edito dal solito Nistri-Lischi. Dalla prefazione - e non solo da essa, se avrai voglia di scorrere tutto questo volumetto, uscito in ritardo (avevo consegnato tutto il materiale nel 1992, poi ho potuto fare solo alcune aggiunte e modifiche sulle bozze) - vedrai che il mio debito verso di te per Leopardi e per tutta l'amara e tuttavia non "rassegnata" visione della realtà che ci accomuna, è ancora una volta riaffermato. Ma quella prefazione la scrissi nella primavera scorsa, quando il "punto di approdo" dei tuoi studi leopardiani era La protesta di Leopardi. Se avessi potuto leggere prima queste tue lezioni, avrei dichiarato con gioia che alcuni punti di dissenso - sulla mia "sopravvalutazione" del Giordani, sulla contrapposizione globale tra classicisti e romantici - non compaiono in queste tue Lezioni, o compaiono in forma molto attenuata. Per questo dicevo che le Lezioni sono il tuo libro leopardiano al quale mi sento più vicino, e per questo mi dispiace molto di non averle ancora lette quando scrissi quella prefazione. Ero, senza saperlo, più vicino a te quando tenesti quei corsi universitari che più tardi, al tempo della Protesta di Leopardi! Ma, a parte ciò, quante osservazioni nuove per i lettori di oggi (che poi avrai dovuto in parte omettere per esigenze di spazio) vi sono in queste tue pagine degli anni Sessanta! (…)
A te auguro ogni bene, e così pure alla Signora. Il tuo

          Sebastiano Timpanaro