"... l'inconciliabilità (...) di una attività parlamentare e di un lavoro letterario ugualmente impegnativi..." (1948)

Conclusi i lavori dell'Assemblea Costituente, nella primavera del 1948 Binni decide di dedicarsi totalmente al lavoro di critico letterario, motivando le ragioni di questa scelta in una lettera aperta ai compagni socialisti. Sono evidenti i riferimenti alla battaglia politica che sta attraversando il P.S.I. dopo la scissione socialdemocratica del 1947 e sul terreno del confronto complesso, tra "autonomismo" e "fusionismo", con il Partito Comunista,
 
Voci riferitemi tardivamente da varie parti della nostra regione mi hanno fatto ritener necessario un chiarimento pubblico circa la mia posizione politica. Quando, ad esempio, si risponde da parte di alcuni propagandisti ai compagni che chiedono di me, che io mi sono ritirato dalla vita politica, si apre la via ad equivoci a volte innocenti, a volte interessati, comunque bisognosi di una interpretazione sicura.
Il fatto che io non abbia accettato di essere presentato nella lista di Unità Socialista, malgrado le insistenti preghiere di amici quali I.M.Lombardo, T.Codignola, A.Apponi, deriva soprattutto dall'inconciliabilità, da me prevista quando accettai con moltissima difficoltà la candidatura per la Costituente, di una attività parlamentare e di un lavoro letterario ugualmente impegnativi e praticamente escludentisi. Nulla di strano dunque in una scelta di questo genere, specie per chi alla politica è spinto da ragioni morali e non da amore tecnico dell'attività politica: nulla di strano se non per coloro che nella attività di partito vedono solo una "carriera", una possibilità di potenza, di sfogo ambizioso e magari una sistemazione non disprezzabile.
Ma la mia rinuncia ad una attività parlamentare non implica affatto l'abbandono di posizioni ideali a cui non mancherà mai la mia adesione attiva e disinteressata. Posizioni ideali di socialismo democratico, capace di una propria politica che non si può confondere con quella di nessun altro partito, a cui rimasi fedele dopo la scissione del P.S.I.U.P. lavorando insieme ad Ignazio Silone, alla Costituente e fuori, per la riunione di tutte le forze autenticamente socialiste.
Questo lavoro è poi culminato all'inizio dell'anno nella creazione dell'Unione dei Socialisti il cui segretario è I. M. Lombardo, e nella presentazione di una lista di Unità Socialista a cui partecipano il P.S.L.I. e l'Unione, ed a cui va la simpatia di molti compagni rimasti nel P.S.I. ma sempre più in dissenso con la politica liquidatoria della direzione nenniana. E' a quella lista che ho dato il mio appoggio ed è soprattutto alla Unione dei Socialisti (la quale deve costituire la premessa aperta e non settaria di un vero grande partito socialista di cui l'Italia ha estremo bisogno) che io do la mia attività, sicuto che molto presto tutti i compagni sinceramente socialisti si ritroveranno insieme con noi nella costituzione di una forza veramente socialista e progressiva, veramente pacifica, libera e rinnovatrice che si può servire soltanto con una lotta generosa e dura, ma senza gusto di violenza, di menzogna, di sopraffazione, o di tattica compromissoria.