Da una lettera di Aldo Capitini (1967)


Da una lettera del 26 agosto 1967. Il colloquio tra Capitini e Binni, iniziato negli anni '30, si sta avviando alla sua conclusione. Capitini morirà nell'autunno del 1968, rimanendo una voce centrale di riferimento - "compresente" - per l'amico fraterno.

Questa mattina che è di domenica ho rivissuto un'altra simile di luglio: non hai idea della bellezza di tutte le campane e piccole campane che suonano in questa grande conca verso il cimitero ed Assisi: tutta la parte Est della città. Se uno si mettesse alle 6 a Favarone e stesse lì fin verso le 10 si godrebbe una grande cosa. Io non la conoscevo.
Tra me e me discorro con te, e anche del o col Leopardi, insieme, noi tre. Spesso mi torna in mente di fare un quadro sintetico di questo secolo in Italia, con la grande morsa anticattolica a due bracci, quello del Croce per gli intellettuali (Gramsci ha detto che dopo del Croce molti intellettuali non potranno tornare cattolici), e quello del Gramsci e dei comunisti a un altro livello. Un'utile morsa, indubbiamente. Ma ora che si delinea nel mondo la scelta guerriglia o no, c'è il bisogno che si delinei in Italia una certa consistenza della scelta pura nonviolenta, dal basso e rivoluzionaria in religione: solo allora potrò scrivere il quadro perché si vedrà il posto e il limite di Salvemini, ma anche perché i miei temi vengono a contare ora. E allora si capisce il primo decennio del secolo, ma ora. Il mio compito mi pare sia stato e sia questo (se ce la farò! Se no, faranno altri).