Da una lettera di Norberto Bobbio (31 ottobre 1994)

Questa lettera di Norberto Bobbio, che riproduciamo parzialmente per vincoli di copyright, è in risposta ad una delle molte lettere che Binni, negli ultimi anni della propria vita, angosciato e indignato per l'involuzione politica italiana, inviò ad amici e compagni di una lunga esperienza intellettuale e civile.

Torino, 31.10.94

Caro Binni,
sono tornati, ne sono convinto anch'io, e saranno applauditi. Non so se hai letto su "Il secolo d'Italia" un articolo contro "gli inverecondi ruderi che ammorbano il bel pensiero dell'italica saggezza", "i gerontocrati che sputacchiano sentenze", e poi una frase volgare che non scrivo per non sporcarmi.
Li abbiamo lasciati crescere, anche per i nostri errori, per la nostra impotenza di fronte al malgoverno di ieri.
Anni tristi, questi ultimi, anche per me, gli ultimi. Diceva Croce: "continuare a fare il proprio lavoro, come se vivessimo in un mondo civile". Come se…
Ma è difficile, almeno per me. Il corso della vecchiaia è sempre più rapido.
(…)
Affettuosamente,

Norberto Bobbio