Da una lettera di Pietro Nenni (2 marzo 1965)

Nel marzo 1965 Nenni è vicepresidente del Consiglio dei Ministri, nel primo governo di centro-sinistra. La scuola pubblica è uno dei principali terreni di scontro tra la sinistra e la Democrazia Cristiana. La lettera è riprodotta parzialmente per vincoli di copyright.

Roma, 2 marzo 1965

Caro Binni,
il problema della scuola è di tutti il più difficile. Chi ha voluto o dovuto collaborare coi cattolici ha dovuto trovare un compromesso (Austria, Belgio, gli stessi Stati Uniti), un compromesso che in questi paesi si è risolto a favore della scuola di Stato.
Non averlo trovato fu in Francia una delle cause del rapido crollo della Quarta Repubblica.
So quanto il problema sia difficile per noi, presi con il fondo clericale della DC anche nelle sue forze socialmente più avanzate e il retaggio anticlericale che è non un capriccio ma un prodotto della nostra storia.
Comunque ci sono per noi posizioni irrinunciabili e che dovremo difendere ad ogni costo. Le leggi di riforma strutturale della scuola attualmente in elaborazione non sono tali da rendere impossibile una convergenza.
Io le ho passate a Codignola. Manca quella per l'Università ma ho l'impegno del ministro di presentarla al più presto.
S'è pensato anche ad una commissione interpartitica che la esamini prima del Consiglio dei ministri. Al consiglio (se sarà possibile restarci giacché giudico la situazione molto difficile anche per errori nostri) difenderò strenuamente le nostre posizioni di principio dovessimo, su di esse, aprire una crisi.
(…)
Cordialmente,
tuo Nenni